martedì 23 febbraio 2010

Buck Eden: La gerarchia feudal-poetica: Poeta-Poetallo-Poetore-Poetino

   
Il richiamo alla gerarchia feudale di Sovrano-Vassallo-Valvassore-Valvassino mi sembra adatto per presentare una scheggia di facile sociologia sulle dinamiche poetiche nostrane. Nell’epoca del sottoproletariato poetico (una specie di plebe che ingloba letterati e intellettuali proletarizzati e servi della gleba cartacea che accettano di essere proprietà di un’idea-castellana modellata sulle loro vite), assistiamo sul Web al dilagare di Poetalli che nominano Poetori che a loro volta nominano Poetini con premi, recensioni, prefazioni, gestioni di collane, segnalazioni. A volte i Poetini fanno prefazioni a Poetalli che si sentono di raccogliere la loro opera completa.

Nessuno si accorge di queste opere complete né delle prefazioni dei poetini. Ma chi scrive e cura tali “opere poetiche complete” pensa di essere Contini che scrive su Montale. E la neurologia più che la poesia è interessata a questa patetico servaggio feudale. Oltre che la casuale rima. IA-IA-OH
Il Poetallo regna avendo ricevuto dal Sovrano-Poeta investitura certificata da premi ricevuti, lettere, vendita di parti nobili del corpo per uso sessuale,... senonché il Poeta-Sovrano spesso è un morto o più morti insigni sommati nel simulacro di poesia del Novecento... il Poeta-Sovrano è tenuto in vita con convegni, edizioni commentate, anche film o sceneggiati televisivi, università celebranti, vedove piangenti, amanti di vario genere, agenzie di viaggio con visita a tombe monumentali... (Milano è un centro di Sovrani-Poeti-Defunti notevolissimo)... Al Poetallo il compito di amministrare un territorio cartaceo ed editoriale in estinzione-contrazione.

Il Web ha scompaginato i confini amministrativi di antichi domini, e moltiplicato le gerarchie così come il sottoproletariato letterario in versione gleba. Molti blog e siti sono stati costruiti sulla gerarchia feudal-letteraria. E così vanno avanti. Amministrando una massa enorme di poeti oscillanti tra la pubblicazione su carta e quella su pagine telematiche. Questo sottoproletariato a volte chiede una comunità dove vengano cassati i privilegi altre volte li riproduce appena messo su un blog proprio o un sito letterario. Questa massa sa anche essere feroce, ingrata, assassina contro i Poetalli i Poetori i Poetini. I quali ad ogni sommossa (spaventatissimi) alzano alti spalti e merlature e da lì dettano condizioni spietate per l’accesso alla Poesia: Vuoi una recensione? Vuoi pubblicare dall’editore dove faccio il critico? Vuoi essere segnalato su rivista? 

INGINOCCHIATI, CHINA IL CAPO, BACIA IL GUANTO CHE SCRIVE PER TE.

  

  
Ma cosa può portare un uomo e una donna, agitati dalla poesia, che scrivono poesia, a bramare una prefazione da un Poetallo o da un Poetore o da un Poetino? A spintonare per  poterlo presentare in un piano bar o in  librerie di periferia o nei grandi magazzini delle metropoli tra un manuale per i bicipiti e un altro per la caccia alle farfalle ?

Quale disperato bisogno di protezione e riconoscimento può spingere una persona sana di mente e con i neuroni poetici in visibil’io a vivere per essere riconosciuti poeti da vuoti simulacri che dei poeti di un tempo, eroico? fatuo?, terribile?, hanno soltanto il prurito, la scabbia, la vanagloria, la supponenza?

L’occasione di una comunità, di un soviet, di un’assemblea di poeti liberi viene sacrificata in nome di un riconoscimento che vale come l’oro dei baracconi elevati dai giostrai nelle feste di paese!
Intanto milioni di voci si diffondono sul web che affidano alla poesia confessioni, diari, versi, entusiasmi, lacerti di biografie e trovarne l’esistenza tra qualche decennio sarà come trovare la vita sui pianeti dell’universo in espansione!
Chi certificherà vita poetica in queste scritture?
La prefazione del Poetallo? la benedizione su di un blog del Poetore? L'occhiolino di un poetino?
Il sigillo del poeta sovrano morto da cento anni?
Il premio vinto in una città italiana dedicato a un poeta morto più di un fossile di dinosauro?
Tutto questo affannarsi ha qualcosa di terribile e di tremendamente comico.
Bisognerebbe uscire tra la folla dei poeti da gerarchia feudal-letteraria e sparare a caso come suggeriva Breton di fare con i borghesi parigini a passeggio.

Che fare della poesia on line? Cosa può fare Tellusfoglio-blog per la Poesia on line?

Intanto A) invitare alla comunità libertaria senza feudatari a sigillare-imporre l’accesso al mestiere di poeta. B) Autopromuovere i poeti ad editori senza il beneplacito dei Poetalli. Gli editori di poesia subiscono anche loro una sorta di castrazione dai Poetalli e Poeti-sovrani perché sembra che senza la loro casta a gestire premi letterari ed occasioni di pubblicità i libri di poesia siano destinati al macero. Cosa non affatto vera! Lo dimostrano i Poetry Slam gestiti da editori. E non dai poeti feudatari. Quest'ultimi in genere danneggiano i libri per rivalità tra castelli e contrapposte bandiere poetiche contribuendo alla peste della disaffezione verso la poesia. E alla rovina degli incauti editori che a loro si affidano. C) Pubblicare i poeti e diffondere coscienza di appartenenza alla poesia non da servi della gleba ma da LIBERI. L’aria del Web può rendere liberi, l’aria nel blog TELLUSFOGLIO già lo è!

                                                                      Buck Eden







 

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